VACCINO ANTINFLUENZALE IN TEMPO DI COVID: CHI L’HA VISTO? Un Flop inaccettabile

Il dottor Massimo Cardilli segnala: la grave carenza di dosi è segno di scarsa capacità strategica della Regione e della ASL

Laboratorio Civiltà Marsica in linea con l’Associazione CREDICI

Dopo l’iniziativa dell’Associazione CREDICI e del CODACONS che  hanno annunciato un ricorso per  accertamenti sulle responsabilità relative all’intasamento dei centri deputati ai tamponi, scende in campo Laboratorio Civiltà per denunciare il pressante problema del grave ritardo della procedura delle  vaccinazioni antinfluenzali nella Marsica dovuto alla mancata fornitura di un adeguato quantitativo di dosi da somministrare.  

Pierluigi Palmieri, come Presidente dell’Associazione Credici per i Diritti Civili,  sul caso “tamponi” , aveva  spezzato una lancia in favore dei Medici di Base,  ai quali il sistema  in Abruzzo ha creato problemi pressoché insormontabili, caricandoli di responsabilità decisionali che vanno oltre i loro compiti istituzionali. Sulle “vaccinazioni” rincara la dose: il problema è, se possibile, ancora più grave perché il medico più vicino al cittadino è totalmente “disarmato” a causa della cronica carenza di lungimiranza progettuale. “Di fronte a questo inaccettabile flop organizzativo,” ha dichiarato Palmieri “siamo costretti ancora una volta a diffidare pubblicamente i “responsabili della ‘insicurezza’ dei cittadini”. In proposito ci avvaliamo del contributo  del dott. Massimo Cardilli, cardiologo ed internista,  componente di Laboratorio Civiltà, che riportiamo qui di seguito.

La disorganizzazione imperante

di Massimo Cardilli*

          Quest’anno, per la sommazione del contagio pandemico da COVID-19, vaccinarsi contro l’influenza è diventato un problema ulteriore a causa della disorganizzazione sanitaria imperante. Il Medico di Famiglia, primo baluardo a difesa della propria salute, è contrariato nero (eufemismo!) nei confronti della ASL, che non provvede a rifornirlo con quantità adeguate di dosi di vaccino. Laboratorio Civiltà si domanda perché mai non vi siano sufficienti scorte di vaccino antinfluenzale a disposizione dei Medici di Famiglia, la maggior parte dei quali hanno ricevuto un numero di dosi  ridotte a un quinto rispetto allo stesso mese dello scorso anno , che ovviamente hanno esaurito in pochi giorni.   Specialmente in questa era del COVID, in presenza delle raccomandazioni del mondo scientifico per vaccinarsi contro l’influenza e  dei contestuali  appelli, talvolta assillanti, lanciati sui mezzi di comunicazione (TV innanzitutto), i cittadini “normali” trovano ostacoli a non finire nella procedura che li vede costretti a lunghe file nelle strutture della ASL , mentre quelli che  appartengono alle categorie più fragili (in presenza di pluripatologie e/o invalidanti), affidati alle cure proprio dei medici di base ne restamo in gran parte esclusi.

Viviamo un periodo di vera e propria angoscia per la recrudescenza del COVID-19, per la sua enorme velocità di contagio, per tutte le conseguenze sui veri malati (per fortuna finora in numero tollerabile dal nostro Sistema Sanitario) e, non ultime, sulle conseguenze socio-economiche ad esso strettamente correlate. Tralasciando solo per un momento la disamina delle numerose problematiche materialmente esistenti circa la fattibilità del tampone (unico attuale gold-standard per la diagnosi di COVID),  rileviamo che in questo periodo dell’anno, l’attenzione sanitaria era rivolta verso la vaccinazione antinfluenzale, mandatoria per soggetti ultrasessantacinquenni, considerati quindi categoria di persone “più fragili”, sovente già affetti da altre comorbidità o comunque più predisposti all’aggressione virale; ad essa, per molti, è raccomandata anche la contemporanea vaccinazione antipneumococcica.         

          Dunque, siamo alle solite vicende italiane: le responsabilità di una situazione negativa vengono rimpallate allo stadio superiore, non trovandosi dunque “il capo della matassa” per sbrogliare la situazione. Lo Stato demanda il governo sanitario alle Regioni; la Regione Abruzzo, pertanto, si interfaccia con la ASL, al cui vertice la Legge “impone” un soggetto politico. Auspichiamo che il Comune di Avezzano, come capoluogo della Marsica, si impegni  in primis per l’attuale emergenza sanitaria. Gli antichi nostri consigli risalgono all’ormai lontano marzo scorso (vedi  “IL CILINDRO NEL CONIGLIO”), ribaditi qualche giorno fa anche  da CREDICI e CODACONS per l’istituzione di un drive-in all’Interporto di Avezzano (esempio di Cattedrale nel deserto), per fronteggiare l’emergenza  COVID.

La neonata Amministrazione Comunale di Avezzano con maggiore solerzia segua le sollecitazioni del nostro Laboratorio e si attivi  con la  ASL affinché  in questo autunno 2020sia la preziosa vaccinazione antinfluenzale venga effettuata tempestivamente ed in forma efficace.  

          * Medico Cardiologo e Internista

Laboratorio Marsica di CIVILTA’ ITALIANA

 

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