NO alla roulette russa nelle Sagre
La sicurezza non è una mannaia
Siamo ormai alla terza decade di luglio e sono in pieno svolgimento le sagre e le feste previste per l’Estate 2018. Su Il Centro l’Unpli (Unione Pro Loco d’Italia), ha segnalato che la programmazione, avrebbe già subito un calo del 30 per cento rispetto allo scorso anno.
La cosa di per sé ovviamente non fa piacere ad alcuno, ma agli occhi di chi, come noi, guarda con attenzione al rispetto delle regole, non appare molto sensato puntare il dito contro le indicazioni sulla sicurezza fornite dal Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, con la circolare emanata, non va dimenticato, dopo i tragici eventi di Piazza San Carlo a Torino, dove la sera del 2 giugno dello scorso anno, in occasione della proiezione della partita di calcio Juventus – Real Madrid, si era scatenato ilpanico, che causò la morte di una persona e oltre 1500 feriti. Le prime reazioni delle associazioni di quella regione furono analoghe a quelle di oggi in Abruzzo. Si paventava il rischio che molte manifestazioni venissero “soffocate” dalla rigidità delle “nuove” regole. Con il tempo ci si è adeguati.
Qualcuno sembra entusiasmarsi per l’emanazione della Circolare del Viminale n°11001 del 18 luglio scorso, che di fatto affida ai Sindaci la “responsabilità” di valutare la complessità e la delicatezza del profilo di security e di safety per poi coinvolgere o meno la Prefettura. Non riusciamo a comprendere di quali strumenti i sindaci possano essere dotati per sostituirsi agli organi deputati alla sicuerezza e all’ordine pubblico nella fase iniziale della valutazione dei citati profili di sicurezza.
Ai nostri occhi, la Circolare del 18 luglio appare come un contentino “demagogico”, perché “sburocratizzando” apparentemente le procedure, ma tenendo fermi i paletti normativi, paradossalmente mette a “rischio la sicurezza” . Non vorremmo essere nei panni dei Sindaci. Non vale, infatti, portare avanti il discorso della “dimensione” dell’evento e del relativo numero dei partecipanti, dato che l’obiettivo principale di simili iniziative è quello di attrarre il maggior numero “possibile” di partecipantiProprio nell’interesse dei partecipanti si devono offrire, in qualsiasi circostanza, le garanzie previste in termini di safety e security, indicate da Gabrielli,
La circolare del 2017 avrebbe dovuto essere criticata si, ma per la sua …tardività (“ A Santa Chiara, doppe arrubate misero ‘e cancelle!” recita un significativo detto popolare napoletano, che vuol dire “La Chiesa di Santa Chiara fu recintata dopo che i ladri l’avevano saccheggiata!) ,
Un deciso “SI” quindi alla valutazione della capienza delle aree, al servizio antincendio e alle aree di primo soccorso, alla separazione delle vie di accesso e di deflusso del pubblico, ai corridoi centrali e perimetrali Si, anche all’impiego di un congruo numero di operatori, adeguatamente formati, per l’osservazione, l’assistenza ed l’instradamento del pubblico. Indispensabile la regolazione dei flussi, anche in caso di evacuazione attraverso le vie di fuga.
Altrettanto dicasi per il divieto dei contenitori in vetro per le bevande ma anche per tutto quanto previsto per la security, in particolare la previsione di “attenti servizi di vigilanza anche ad ampio raggio”. E’ vero che le pressioni delle varie associazioni che organizzano gli eventi, per la soddisfazione delle Pro Loco, hanno portato alla eliminazioni dei “contapersone” e delle barriere di cemento ( scomode da sistemare, ma molto utili per evitare che qualche “ubriaco” da alccol o da ..”ideologia” possa investire la folla), ma anche che la le disposizioni di questi giorni prevedono “separazioni di tipo mobile resistenti alla pressione di 300 Newton per metro lineare”.
Non è concepibile pensare di applicare la filosofia del “che Dio ce la mandi buona”.
Se tutto quanto sopra comporta sforzi organizzativi importanti e costi aggiuntivi, allora si affronti la problematica in apposite riunioni programmatiche, chiamando a confronto con Prefettura, forze dell’ordine, Protezione civile e vigili del fuoco , i sindaci e gli amministratori interessati e i tecnici e igruppi di volontariato. Si mettano insieme risorse economiche e risorse umane per la formazione e soprattutto si proceda ad una calendarizzazione intelligente. Il gusto delle sagre e la gioia che anima le feste di paese non si devono tradurre in una “roulette russa”. E per questo ben venga anche il 30 per cento in meno di sagre e feste di paese.
Pierluigi Palmieri
Presidente Credici – Cordinamenti Regionali Diritti Civili