C’era una volta “Il Dubbio”

C’era una volta “Il Dubbio” – Centralmente

C’era una volta “Il Dubbio”

by Pierluigi Palmieri17/03/2024027004

Editoriale  / 148

C’era una volta “Il Dubbio

di Pierluigi Palmieri

 Domenica scorsa sul numero 147 di questa Rivista, con il titolo “Campagna o Campagne ?” abbiamo pubblicato quello che rimarrà l’ultimo degli articoli di Enea Di Ianni per la  sua rubrica Il Dubbio. Il mattino seguente il nostro prolifico collaboratore, non si svegliato dal sonno che aveva preso intorno alle due, dopo aver seguito e commentato al telefono con l’amico e collega Antonello Passacantando gli esiti delle Elezioni Regionali abruzzesi.

Siamo in lutto.

  Lo sconforto di tutta Sulmona  e della Valle Peligna, come la vicinanza alla Moglie Elena e ai figli Nicola, Ada e Jessica sono stati fortissimi come ha testimoniato la partecipazione alla cerimonia funebre celebrata da quattro sacerdoti nell’immensa Cattedrale di San Panfino, incapace di contenere tutti gli intervenuti. 
 La collaborazione con Centralmente.com era iniziata dopo una pausa abbastanza lunga del nostro comune impegnonell’associazionismo finalizzato a rivitalizzare il mondo della scuola con iniziative di studio e di proposte progettuali culminate nella fondazione dell’Agenzia ST.A.R.T.E.R., il cui acronimo dice tutto sugli ambiziosi propositi che ci animavano: Studio Aggiornamento Ricerca Tecnico Educativo Relazionale. Seguì nel 2011 C.R.E.D.I.C.I (Coordinamenti Regionali per i Diritti Civili) , fondata da noi due insieme a Roberto Puzzu. Ci ponevamo al di sopra e al di fuori della struttura sindacale nella quale militavamo insieme, a cui, in ruoli diversi avevamo  dedicato tanto. Le nostre strade si divisero quando, constatata la“mala gestio”  nazionale dell’epoca, non ritenni lo Snals meritevole di ulteriore supporto  e arrivai con alcuni colleghi di altre regioni alla.denuncia dei responsabili alla magistratura. Di lì la “pausa” di cui sopra, che però Enea volle far cessare nel novembre 2020  scrivendomi una lettera a cuore aperto  in cui manifestava il suo rammarico per gli accadimenti legati alle   beghe di sindacato o di associazione. “Beghe  che – mi scriveva- non potranno, e non devono, annullare la sincerità di amicizie non interessate, nate spontaneamente e sinceramente vissute con autenticità di affetti”. La lettera inizia con il richiamo alla “colonna sonora di piccole e meno piccole conviviali, ma sempre autentici momenti di fraterna amicale goliardìa”, che gli erano tornate alla mente mentre stava lasciandosi andare “con le dita sulla tastiera, a macinare note e la mente correva oltre la finestra, a cercare spazi liberi, aliti di vento, ricordi recenti e datati”.
“Ad un tratto” -prosegue- “le dita hanno sorpreso il pensiero: a scalare, hanno pigiato, in sequenza,  Mi Re Do Si La Si Si // Re Do Si La La bemolle La La…”.  Sono le note che Enea accennava quando con il suo caratteristico sorriso ironico, nelle serate post- convegno,  mi offriva il microfono per farmi esibire nel mio “vasto” repertorio  napoletano, ben sapendo che, con presunzione e spavalderia, non mi sarei tirato indietro.    Fin qui il richiamo agli immancabili momenti goliardici, ma ce ne è uno che rende ancor più l’idea sulla concordia e sulla voglia di riprendere i rapporti di collaborazione: << come “nonni” l’esercizio dell’amore si fa abituale e, soprattutto, si ha più dimestichezza con la vita che scorre attraverso gli occhi dei bimbi – in questo caso i nostri! – che son sempre sinceri e anche quando si arrabbiano sanno subito correggersi con un sorriso perché non sono mai stanchi di voler bene>>. Eravamo diventati nonni, io di Amanda e lui di Beatrice e di Ginevra.
Oggi che Enea ci ha lasciati, questi poche righe, estrapolate da una lettera che in alcuni passaggi presenta sottili sfumature di autocritica, assumono, una valenza diversa, perché l’assenza di un interlocutore come lui, tarpa improvvisamente  le ali al dialogo ripreso attraverso questa  Testata giornalistica che lo ha visto protagonista sin dalla pubblicazione del Numero Zero  con la creazione della rubrica da lui firmata. Quando gli proposi di iniziare a scrivere per Centralmente,com, mi confessò di  nutrire tanti “dubbi” sul futuro delle nuove generazioni e sulla gestione politica delle problematiche sociali e culturali del nostro territorio. Gli risposi “la tua rubrica si intitolerà Il Dubbio”.  La rubrica ha snocciolato fino al giorno della sua morte poco meno di 150 “dubbi”, purtroppo resta orfana del suo autore. e oggi  dobbiamo dire “C’era una volta Il Dubbio”. Ma in questo numero trova spazio il ricordo affettuoso di suo figlio Nicola, che gli dedica anche una splendida poesia (ecco il link:  Papà, Enea – Centralmente ). Anche Raniero Regni e Giuseppe Mazzocco, in testa ai loro rispettivi articoli in uscita oggi hanno voluto salutare Enea con loro riflessioni. Regni è stato per oltre vent’anni relatore a Villalago del Convegno di Pedagogia, intitolato a Luigi Volpicelli e Mazzocco fu ospite nell’Istituto “Lombardo Radice” con il suo progetto “Valutazione posturale, nell’esame del portamento scolastico, con l’Analisi Telemetrica di Superficie”.In entrambi i casi fummo in stretta collaborazione. Vuol dire  che in qualche modo Enea troverà ancora un suo spazio in Centralmente LA RIVISTA che è stata anche sua. Senza ..dubbio!.

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